domenica 12 febbraio 2017

UN “DEMOLITION MAN” A BRUXELLES


“L’euro? Non credo che sia solo una moneta decotta, ma un vero problema per gli europei ed anche per tutti gli altri. La mia previsione è che sia destinata al collasso. Diciamo entro un anno, forse 18 mesi”.

Lo ha dichiarato il professor Ted Malloch in una recente intervista alla BBC. Malloch non è un semplice profeta di sventure e neppure un incompetente. È un economista che vanta parecchi titoli: è presidente e amministratore delegato della Global Fiduciary Governance, LLC, una società di consulenza strategica per leader. Insegna alla Henley Business School. È autore di una serie di libri bestseller. È stato banchiere di Salomon Brothers e chairman e AD del Roosevelt Group come pure Senior Fellow dell’Aspen Institute. Ha inoltre ricoperto un incarico diplomatico alle Nazioni Unite “con cui ho contribuito a far cadere l'Unione Sovietica”, afferma asciutto nella medesima intervista. È uno che non si limita a fare previsioni dall’alto della propria competenza ma che pure si adopera per far crollare i mostri politico-economici della Storia contemporanea. E questo rappresenta un problema per l’Unione Europea.

Malloch infatti ha chiesto a Trump di essere nominato ambasciatore degli Stati Uniti presso l’Unione Europea. Con l’esplicita missione di collaborare alla sua dissoluzione. “Ho aiutato a far crollare l’Unione Sovietica, forse adesso c’è anche un’altra Unione che ha bisogno di essere domata un po’.” Favorevoli a questa nomina sono naturalmente tutti i leader euroscettici che si adoperano per il medesimo obiettivo, a cominciare dal leader dell’Ukip, Nigel Farage (nella foto con Malloch), che ha suggerito il suo nome a Trump.

Per ragioni opposte sono invece in subbuglio i partiti filoeuropei che siedono nell’Europarlamento. Conservatori e liberali, hanno firmato una lettera in cui si chiede al Consiglio europeo e alla Commissione Ue di bloccare la nomina di Ted Malloch ad ambasciatore Usa presso l’Unione europea. Il presidente dei socialisti, Pittella, ha affermato che Malloch “non sarebbe una persona gradita, perché non si può gradire qualcuno che dice vado lì per distruggere l’Ue”. Mentre Manfred Weber, leader del Ppe, e Guy Verhofstadt, che guida l'Alde, hanno accusato Malloch di “scandalosa cattiveria” nei confronti “dei valori che definiscono l’Unione europea” e che “se pronunciati da un rappresentante ufficiale degli Stati Uniti avrebbero il potenziale di minare seriamente le relazioni transatlantiche che, negli ultimi 70 anni, hanno contribuito in maniera essenziale alla pace, alla stabilità e alla prosperità del continente”.

Questo è un fatto rilevante. Per la prima volta dal dopoguerra infatti Washington non sostiene con determinazione l’architettura europea ed anzi si adopera per la sua dissoluzione. Prima della vociferata nomina dell’ambasciatore euroscettico, già Trump aveva sostenuto la Brexit e definito i britannici “smart” (cioè intelligenti) quando hanno deciso per l’uscita da un’Unione europea sempre più diventata “veicolo” della Germania. Anzi egli ha auspicato a breve nuove exit dall’Unione, in accordo con il suo programma che prevede il passaggio dall’ “internazionalismo liberale” al populismo nazionale.

Sulla stessa linea Ted Malloch che ha affermato di non stupirsi “se le prossime elezioni in Olanda, Francia e Germania provocassero un’accelerazione della disgregazione dell'Unione europea”. E subito comunque una sua fondamentale riorganizzazione. Egli auspica che possa trovarsi il modo perché Londra e Washington firmino nel giro di 90 giorni un accordo commerciale bilaterale nonostante i vincoli che ancora leghino la prima all’Unione europea, dimostrando così che “i burocrati di Bruxelles” possano essere bypassati. Quanto ai rapporti tra Ue e USA, egli è convinto che le prossime elezioni europee stravolgeranno talmente il Continente da renderlo ininfluente come interlocutore. “Personalmente non sono certo che dopo ci sarà una Unione europea con la quale avere negoziati per un accordo”, ha affermato. Intanto ci si concentrerà sull’euro che è “destinato a scomparire, così come ha scritto Stiglitz”. È il pensiero dell’economista euroscettico in sintonia con il presidente tycoon che, salvo sorprese, lo invierà alla corte di Jean-Claude Juncker e Angela Merkel. Con licenza di uccidere la moneta unica.


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