martedì 15 novembre 2016
Donald Trump sull'Europa
Adesso che l’elezione di Donald Trump è un dato di fatto, le sue affermazioni sull’Europa acquistano un nuovo peso. Prendiamo ad esempio ciò che dichiarò in un’intervista durante la sua visita in Scozia nel mese di Giugno. All’indomani del voto sulla Brexit, egli aveva affermato che in Occidente è in corso una rivoluzione epocale provocata da emigrazione e crisi economica che negli Stati Uniti si sarebbe tradotta nel suo ingresso alla Casa Bianca; in Europa tale crisi sta causando lo sgretolamento delle istituzioni comunitarie. La Brexit è solo il primo esempio, a cui presto sarebbero seguite altre uscite, a cominciare da quelle di Italia e Francia. È un fatto positivo – affermava – che i singoli Paesi possano tornare a governarsi autonomamente e a determinare il proprio destino. “Lo sgretolamento dell’Europa invece è un dato di fatto, non una mia opinione. Dipende dagli errori commessi dalle sue leadership inadeguate”. Riguardo alla Merkel, ha definito “sciagurata” la decisione di accogliere i rifugiati. “Così ha trasformato la Germania in un Paese da cui i suoi abitanti vogliono scappare”. A una settimana dalla sua elezione ha avuto colloqui telefonici con Putin e con i leader populisti europei come Farage e Le Pen, mentre ha snobbato Junker che, insieme al presidente del Consiglio Ue Donald Tusk, gli aveva inviato una lettera per invitarlo presto ad un vertice Usa-Ue. “The Donald” ha fatto capire che nella nuova Casa Bianca si parlerà poco di Unione Europea e molto di rapporti bilaterali con i singoli Stati del Vecchio Continente.
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