domenica 16 ottobre 2016

Affinità


Scriveva Piero Angela nel suo libro Ti amerò per sempre: “È assai difficile… che due persone destinate a passare insieme tutta la vita non abbiano certe affinità di base. Alcuni studi mostrano infatti che esiste una tendenza a unirsi a un partner ‘compatibile’ sotto molti aspetti: livello educativo, intelligenza, valori, ma anche visione della vita, senso dell’umorismo, religione, orientamento politico, interessi”. A maggior ragione l’affinità è una condizione fondamentale quando a decidere di stare insieme sono i popoli, dov’è improprio parlare d’amore. Nel migliore dei casi i fattori che li attraggono sono la stima, l’ammirazione, il rispetto reciproci. Il progetto di un’Europa unita nasce da esigenze per certi aspetti meno ideali. Non che essa non abbia avuto Padri Fondatori ma la spinta che l’ha messa in moto è stata dettata da necessità pratiche. Le sue genti si aggiravano annichilite sulle macerie morali, politiche e soprattutto economiche lasciate dalla guerra. Non solo la Germania, ma anche La Francia e la Gran Bretagna avevano ceduto il dominio del mondo agli imperi americano e sovietico. La crisi di Suez del 1956 aveva reso evidente l’irrilevanza politica e militare in cui erano precipitate le ormai ex potenze europee. L’unità europea nasce come progetto delle classi dirigenti francese e tedesca per contrastare il pericolo dell’avanzata comunista e imbrigliare i nazionalismi e i conseguenti atavici antagonismi. Al contempo consentiva alle economie capitalistiche europee di funzionare in modo coordinato e non conflittuale, inizialmente nel mercato del carbone e dell’acciaio, e poi in tutto il resto. Il successo della formula si è risolto in un’apertura a nuovi partner sempre più estensiva e però meno qualitativa. La caduta del Muro di Berlino ha spinto in questa duplice direzione perché ha consentito l’ingresso dei Paesi dell’Est Europeo, certamente europei ma più lontani culturalmente e più immaturi politicamente dei cugini atlantici. Inoltre la caduta del sistema di potere russo-sovietico ha fatto venir meno una delle ragioni fondanti della Comunità, che era la paura. Convenienza e timore erano infatti i due motivi per cui l’Europa aveva deciso di stringere questo patto d’interesse senza infatuazione. La globalizzazione e la crisi finanziaria, attizzando gli egoismi nazionali, hanno fatto il resto. La convivenza per interesse (nonostante le promesse e gli auspici) non si è mai trasformata in matrimonio, e men che mai potrà avvenire adesso. Perché? Perché i partner mancano di affinità. O, meglio, esistono delle affinità tra i popoli europei ma solo a livello regionale. Infatti diversi studiosi già da molti anni prevedono matrimoni (ovvero unioni politiche) in Europa sotto la spinta di necessità contingenti ma solo tra i Paesi che presentano affinità: anglosassoni, scandinavi, slavi e naturalmente latini. Secondo la regola che l’intensità avvicina ma è l’affinità che unisce. Sarà questo l’argomento della riflessione della prossima settimana.

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