domenica 30 ottobre 2016
La sovranità assoluta degli Stati
Gli Stati indipendenti e sovrani in Europa furono voluti, per dirla con lo storico Ludwig Dehio, per “evitare l’unificazione dell’Occidente sotto l’egemonia di uno di loro”. Oggi però, che essi non sono più adeguati a sostenere le sfide della globalizzazione, da baluardo comunque imperfetto contro le pretese altrui, si pongono adesso come intralcio per costruire una nuova realtà politica di respiro transnazionale. Per rispondere a quest’Europa incontrollabile, ridotta a un’accozzaglia di discordie, che ci piace sempre meno, noi non troviamo nulla di meglio che invocare il ritorno agli Stati-nazione secondo la formula di sempre, miope, egoista e litigiosa. Non possiamo comprendere questo paradosso senza fermarci a riflettere su cosa sia l’entità stato-nazionale, com’è nata e cosa ha prodotto. Chi ci ha seguito nel post della scorsa settimana ricorderà che Alexandre Kojève parte dalla crisi dello Stato-nazione per teorizzare la rinascita dell’Impero latino. Lo Stato-nazione è dunque la chiave e il perno attorno a cui si sviluppa il suo ma anche il nostro discorso: che cos’è lo Stato-nazione, cosa c’era prima, cosa ci sarà dopo. Il passato può ritornare? Il capitalismo, l’imperialismo, il comunismo, i fascismi sono tutti esperimenti partoriti durante questa breve parentesi della lunga storia umana. Mai prima si era sperimentato tanto. Passerà tutto senza lasciare traccia? Oppure la storia delle nazioni che hanno conquistato gli stati peserà come una pesante ipoteca sugli inquietanti cambiamenti a cui già assistiamo ma che non si lasciano ancora delineare?
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